Ravanare

Cose che succedono

Giulia Mondello

Ci sono cose che succedono di giorno e cose che succedono di notte, ci sono cose che sono successe in un qualche momento passato e ci sono cose che solo non succederanno mai.

Ci sono cose che succedono mentre i tuoi occhi frugano le increspature tra le onde. Non vedi quei delfini? Li insegui, insegui quegli occhi, cerchi quello sguardo. Screziature marroni lucide davanti a te, non affogano nel mare, non si scaldano col sole. Ci sono cose che succedono mentre intanto ne succedono altre, ci sono cose che non succedono continuando a essere nitide.

Ci sono cose che mentre succedono non le puoi toccare. E intanto sei sotto a un palco, persa tra la folla, illuminata dalle luci. Il respiro si confonde a quello di chi ti sta vicino, siete lì per la stessa ragione e intanto, entrambi, tutti, non siete solo.

Le mani si sfiorano, i piedi si cercano, le gambe si incrociano. Ne tracci i profili, ne insegui le curve, ne apprezzi le forme. Solo, non le puoi carezzare. Solo, senza poterle afferrare.

Ci sono cose che succedono nella ruvidità di un abbraccio, nello sfregare della pelle, nel calore delle mani. L’odore: non c’è nessun odore. Ed è pur sempre lì, lì che ti culla, lì che ti scalda – lì che ti immobilizza, fredda diapositiva che il tempo fatica a scurire.

cose che succedono

Scura come la notte, come una notte in cui non c’era la luna, come quella notte in cui l’unico giallo ero quello dei muri, di quei muri che hai toccato, che hanno toccato, che hanno costruito e attorno ai quali camminiamo, tracciando perimetri, segnando cammini, cristallizzando ricordi.

Ci sono cose che sono successe in un giorno di prima estate, quelle cose che mentre succedevano le sentivi accadere, solo: presenti. E ci sono quelle cose che mentre accadevano volevi finissero, che mentre accadevano non sapevano trattenerti, non sapevano colpirti. Corri, corri e il cuore batte monotono, i piedi battono la terra sotto alla suola delle scarpe, scarpe che si sfilano, passi sordi che si avvicinano, il suono di un sorriso, la densità di un’ombra.

Ombre che passano allungate dal sole al tramonto, che passano mentre un raggio verde colora l’orizzonte. Spiagge affollate, bambini che giocano, bambini che ridono, madri che richiamano. Ci sono cose che succedono e mentre succedono rimangono uguali, uguali a come le potresti pensare, uguali a come, solo, le puoi vedere arrivare.

Cose che succedono mentre fuori piove, come quando fuori piove e le cose che succedono non ti danno abbastanza, abbastanza sbagli, abbastanza tempo, abbastanza per poterle poi ricordare, abbastanza per non saperle lasciarle andare. Perse in un gemito, piene di un fremito, vuote di sapori, buchi di sensazioni.

Ci sono cose che non succedono mai eppure sono lì, senza poter essere altrimenti.

Che dignità hanno le cose, quelle cose, quelle cose che non ci sono e che continuano a occupare spazi?

Cose che succedono quando hai gli occhi chiusi, cose che succedono con gli occhi aperti.

Dov’è il confine?

Ci sono cose che ci sono e mentre ci sono continuano a non esserci. Cose consistenti che inconsistenti continuano a succedere. E allora tu lasciale, lasciale succedere in pace.

In quello spazio che le cose hanno, perfette, solo quando non succedono mai. 

 

 

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